Thomas Stearns Eliot – Quattro Quartetti, East Coker, I

Paul Klee, Suono Anico, 1925 (part.)

Nel mio principio è la mia fine. Una dopo l’altra
Case sorgono cadono crollano vengono
Ampliate vengono
Demolite distrutte restaurate o al loro posto
C’è un campo aperto o uno stabilimento o
Una via di circonvallazione. Vecchia pietra
Per costruzioni nuove vecchio legname
Per nuovi fuochi, vecchi fuochi
Per cenere e cenere
Per terra che è carne e pelo
Escrementi, ossa
Di uomo e di bestia stelo di grano
E foglia. Case
Vivono e muoiono: c’è un tempo per costruire
E un tempo per vivere e generare
E un tempo perché il vento infranga
Il vetro sconnesso e scuota il rivestimento
Di legno dove trotta il topo, e scuota
Il logoro arazzo ricamato con un motto silenzioso.

Nel mio principio è la mia fine. Ora la luce
Cade per il campo aperto, lasciando
La via incassata riparata dai rami, buia
Nel pomeriggio dove ci si appoggia contro una sponda
Mentre passa un carro e la via incassata
Insiste nella sua direzione fin dentro al villaggio nel caldo
Elettrico ipnotizzata. In una calda caligine
La luce afosa è assorbita, non rifratta
Dalla pietra grigia. Le dalie
Dormono nel silenzio vuoto. La civetta
Non si farà attendere.

In quel campo aperto
Se non venite troppo vicini, se non
Venite troppo vicini, una mezzanotte d’estate
Potrete udire la musica
Del flauto sottile e del tamburo
Piccolo e vederli danzare intorno al falò
L’associazione dell’uomo e della donna
In danza, quale di matrimonio è significazione, sacramento
Degno e conveniente. A due
A due, congiunzione necessitata
Tenendosi l’un l’altro per la mano o il braccio
Che figura è di concordia. Giro a giro
Al fuoco, balzando tra le fiamme
O uniti in circolo, rusticamente
Solenni o in rustiche risate
Alzando piedi pesanti in scarpe goffe, piedi
Di terra piedi
Di argilla alzati
In allegria campagnola, allegria
Di quelli che da lungo tempo sotto terra
Nutrono il grano. Attenti al tempo attenti
Al ritmo della loro danza come a quello
Del loro vivere nelle viventi stagioni
Il tempo delle stagioni e delle costellazioni
Il tempo della mungitura e il tempo del raccolto
Il tempo della copula tra l’uomo e la donna
E quello delle bestie. Piedi che si alzano
E cadono. Mangiare
E bere. Letame
E morte.

Spunta l’alba, e un altro giorno
Si prepara a calore e silenzio. Al largo
Increspa e scivola. Io sono
Qui, o là, o
Altrove. Nel mio principio.

di Thomas Stearns Eliot, trad. di Angelo Tonelli

5 commenti

  1. liliana eugenia garuti · · Rispondi

    Il tempo che distrugge…è il tempo che ricrea.

  2. […] Passi echeggiano nella memoria lungo la via che non abbiamo preso verso la porta che non abbiamo aperto per entrare nel roseto. Le mie parole echeggiano così, nella tua mente. Ma a che scopo turbare la polvere su una ciotola di petali di rosa io non so. Thomas Stearns Eliot, da  I quattro quartetti […]

  3. Sergio Monti · · Rispondi

    Eliot è il poeta che rinnova tutta la poesia moderna cercando di renderla appetibile al grosso pubblico, ma è anche il poeta che mette in gioco il presente, traendo da S. Agostino il tema dell’eterno presente. ma è anche il poeta che teniamo sul comodino, come faceva caproni con il Purgatorio. Eliot, letto venti anni fa e poi ripreso oggi, sembra rinnovato, si lo è, perché il mio spirito si evoluto e accompagna il verso del poeta americano come fosse una barca in mare aperto.,

  4. […] Laura Grimaldi per Mondadori). Il titolo italiano è invece tratto dalla poesia di Thomas S. Eliot East Coker, citata nel primo capoverso del libro, che inizia con In My Beginning Is My End e si conclude con […]

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